Il Capodanno fiorentino e la sua tradizione
Di origine antichissima, il Capodanno fiorentino che cade il 25 marzo continua a rimanere una delle feste più sentite dai fiorentini, che mantennero ufficialmente il vecchio calendario sino all’epoca moderna.
L’attaccamento dei fiorentini con il Capodanno fiorentino è stato tale che hanno ritardato l’entrata in vigore del calendario Gregoriano di quasi due secoli, e soltanto perché la confusione ormai era divenuta ingestibile per il commercio.
L’origine di tutto deriva dalla precedente data di inizio anno, fissata al 25 marzo dal calendario romano e che prevedeva marzo come il primo mese dell’anno. Con l’entrata in vigore del Calendario Gregoriano nel 1582, il Capodanno al 25 marzo fu mantenuto soltanto da Firenze e Pisa, ma anche qui senza uniformità in quanto tra le due città si contava una differenza di un anno.
Verso la normalizzazione del Calendario Gregoriano
Tale situazione restò praticamente immutata sino al 1749 quando, per via della crescente confusione di date generate (si pensi solo alle bolle di commercio) il Granduca Francesco III di Lorena impose ufficialmente anche per Firenze il Calendario Gregoriano e la soppressione del Capodanno fiorentino del 25 marzo.
Da allora il Capodanno fiorentino è rimasto come un giorno di festa, seppur senza più una valenza ufficiale, e viene festeggiato tutt’ora dalla città gigliata con un corteo storico della Repubblica Fiorentina che attraversa il centro della città per poi terminare nel luogo simbolico del 25 marzo fiorentino: la basilica della Santissima Annunziata.
Alla data del 25 marzo si collega infatti anche il miracolo dell’affresco dell’Annunciazione, opera che la leggenda cittadina attribuisce alla mano degli angeli i quali, addormentato il pittore Bartolomeo da Siena, finirono essi stessi il dipinto con un volto della Madonna che lo stesso Michelangelo ebbe a dichiarare di non poter esser stato eseguito da mano umana.